Cosa ci dice di importante questo libro

Perché la maionese ha sconfitto il ketchup? Una domanda che sembra marginale, ma da cui nasce questo libro. Il riferimento è alla sfida tra due colossi del food, Unilever e Kraft Heinz: da un lato un modello orientato al lungo termine, basato su investimenti, purpose e stakeholder capitalism; dall’altro, tagli, rendimenti trimestrali e massimizzazione del valore per gli azionisti. La prima filosofia ha prosperato, la seconda si è contratta.

Net Positive propone un nuovo modo di fare impresa: non limitarsi a ridurre il danno, ma generare valore rigenerativo per la società. È un modello che unisce realismo e ambizione, dimostrando che le aziende possono prosperare servendo tutti gli stakeholder — persone, comunità, ambiente, istituzioni — e non solo gli azionisti.

Gli autori sono Paul Polman e Andrew Winston. Polman, ex CEO di Unilever, ha guidato per dieci anni una delle trasformazioni più emblematiche del capitalismo contemporaneo, aumentando del 300% il valore per gli azionisti e mantenendo per undici anni la leadership mondiale in sostenibilità. Winston, tra i massimi esperti globali di business sostenibile, traduce quell’esperienza in strumenti pratici, con un messaggio potente: le imprese del futuro trarranno profitto risolvendo i problemi del mondo, non creandoli.

 

Citazioni

  • Immaginate cosa potrà essere il Net Positive quando le aziende risolveranno le sfide più grandi anziché contribuire ad esse”.
  • La nostra visione del Net Positive è un’azienda che migliora il benessere di tutti […] anche delle generazioni future e del pianeta stesso”.
  • Quanto più ci si avvicina al Net Positive, tanto più si è in grado di guidare i cambiamenti necessari”.
  • Con coraggio e una bussola morale, i leader possono fare ciò che sanno essere giusto, anche a rischio di sostenere grandi costi”.
  • Le aziende Net Positive […] influenzano la cultura delle comunità o dei Paesi che le circondano e sfidano le norme discriminatorie o contrarie ai loro valori – si battono per ciò che è giusto”.
  • In questo nuovo mondo, l’impatto della vostra attività è di vostra proprietà”.
  • Perseguendo i profitti attraverso un purpose, le aziende e i brand possono avvicinarsi alle comunità e aiutarle a prosperare come parte normale del loro lavoro”.
  • In un momento in cui abbiamo bisogno di riunirci come specie, ci stiamo allontanando a causa del declino della democrazia, dell’accelerazione del nazionalismo e della separazione delle persone in base alle ideologie […]. Questa disfunzione è pericolosa”.
  • Naturalmente, alcune persone preferiscono il sistema in cui sono intrappolate”.

 

Struttura e contenuti del libro

Net Positive si articola in dieci capitoli che disegnano una mappa per la transizione verso un capitalismo rigenerativo.

Il libro si apre ridefinendo il paradigma del business: un’impresa che lavora per il bene comune e misura il proprio successo nel lungo periodo. Da qui, Polman e Winston esplorano la leadership Net Positive e le lezioni tratte dall’esperienza di Unilever, dove sostenibilità e performance economica si sono intrecciate nel perseguire obiettivi di impatto reale sulle persone e sull’ambiente.

Il cuore del testo affronta i nodi più complessi: come integrare la sostenibilità nel modello economico, riformare la cultura aziendale e ripensare i sistemi di ricompensa. La critica al short-termism è esplicita: i bonus legati ai rendimenti trimestrali minano il futuro stesso dell’impresa. Serve una nuova architettura di responsible rewards, in cui i risultati sociali e ambientali contano quanto quelli finanziari.

La collaborazione è presentata come una leva evolutiva: governi, ONG e persino concorrenti diventano partner con cui cambiare i sistemi, non solo i comportamenti aziendali. Gli autori invitano poi ad affrontare i grandi “elefanti nella stanza” — tasse, corruzione, lobbying, disuguaglianze — come prove di leadership autentica e coraggiosa.

Il libro si chiude con uno sguardo sul futuro, quando l’agenda Net Positive non sarà più una scelta ma una condizione. In appendice, il Net Positive Readiness Assessment propone 24 domande per misurare la distanza tra dichiarazioni e realtà: un esercizio di verità organizzativa che ogni leader dovrebbe fare.

 

Istruzioni per la lettura

Questo non è un libro “da scaffale”, ma una chiamata all’azione. Si legge come un manuale di sopravvivenza per chi considera la sostenibilità non un’etichetta, ma un modo di decidere e guidare. Polman e Winston offrono una prospettiva da insider — vissuta nei Consigli di Amministrazione e nei negoziati con governi, mercati e società civile — che rende la narrazione credibile e concreta. Il tono è diretto, mai ideologico: spiega, mostra, provoca. Non si limita a dire che il business deve cambiare, ma indica come può farlo. Ogni caso — da Unilever a Mars, da IKEA a Patagonia — dimostra che la leadership orientata al purpose è anche leadership di performance.

In un tempo in cui le crisi globali — climatiche, economiche, sociali — sono parte del contesto, Net Positive è un manuale di coraggio per chi vuole restare umano nel potere. Invita a scegliere la trasparenza, ad affrontare i “grandi elefanti” che molte aziende preferiscono ignorare — tasse, corruzione, disuguaglianze, lobbying — e a usare la leadership come leva morale e sistemica. Per chi lavora nella consulenza, nelle risorse umane o nella governance, è un testo-ponte: collega etica ed economia, purpose e metriche, cultura e strategia. Mostra che non c’è contraddizione tra successo e servizio, purché si ripensi la logica del valore. La sostenibilità non è un reparto, ma una lente strategica che ridefinisce governance, incentivi, catene del valore e performance.

Gli autori non promettono facili soluzioni, ma un cambio di postura: passare dalla difesa alla responsabilità, dall’adattamento alla rigenerazione. In un’epoca di sfiducia e frammentazione, la loro proposta è radicalmente semplice: “Abbiamo bisogno di leader che lascino il mondo migliore di come lo hanno trovato”. Net Positive insegna a misurare non solo quanto cresciamo, ma cosa lasciamo dietro di noi.