Con la prefazione di

Tiziano Capelli e Marina Capizzi

Attraverso evidenze scientifiche e storie provenienti da mondi diversi – dalla cultura pop agli affari – Amy Edmondson ci spiega come sostituire la vergogna e il senso di colpa legati al fallimento con la passione per la vulnerabilità, la curiosità e la crescita personale.

In una società fondata sul successo e sul culto del risultato, poche idee fanno paura come quella dell’errore. Tra chi fa di tutto per evitarlo e chi invita a perseguirlo con foga, in un continuo tentativo di superarlo, il nostro rapporto con il fallimento ha perso la lucidità necessaria per una sana convivenza con quello che, volenti o nolenti, rappresenta un elemento essenziale delle nostre vite. Così dimentichiamo che non tutti gli errori sono uguali e perdiamo un’importante opportunità: quella di fallire bene. Nel suo ultimo libro, vincitore del Financial Times and Schroders Business Book of the Year Award 2023, Amy Edmondson ci introduce alla scienza de “Il giusto errore”, aiutandoci a fare pace con un fantasma sempre più ingombrante.

Edmondson condensa nel saggio un quarto di secolo di ricerca accademica nel campo della psicologia sociale e del comportamento organizzativo, durante il quale ha raccolto dati da aziende, agenzie governative, startup, scuole e ospedali. Un viaggio al fianco di centinaia di persone provenienti da mondi molto lontani tra loro, che le ha permesso di individuare gli schemi che portano a una nuova tipologia di errore e a delineare le prassi virtuose in grado di gestirlo e trarne insegnamenti.

Edmondson ci fornisce il quadro di riferimento per pensare, discutere e praticare il fallimento con saggezza. Delineando i tre archetipi di fallimento – elementare, complesso e intelligente – ci mostra come ridurre al minimo gli inciampi improduttivi e massimizzare i vantaggi che possiamo trarre da ogni tipo di errore. Illustra come noi e le nostre organizzazioni possiamo abbracciare la fallibilità umana, imparare esattamente quando il fallimento è nostro amico e prevenire la maggior parte dei casi in cui non lo è. Ma, soprattutto, ci spiega come sostituire la vergogna e il senso di colpa legati al fallimento con la passione per la vulnerabilità, la curiosità e la crescita personale.

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