*L’immagine è “The Thinker Monkey” di Banksy

 

Quanto tempo pensi di aver impiegato a leggere questa frase?

La persona media legge circa 238 parole al minuto, quindi quella frase di 10 parole probabilmente ti ha richiesto circa 3,25 secondi.

E quanto tempo pensi di impiegare per fare una valutazione iniziale sull’affidabilità di un’altra persona? Circa un decimo di secondo.

Uno studio di due psicologi di Princeton, Janine Willis e Alexander Todorov, ha rivelato che le persone valutano i tratti del volto altrui in pochi millisecondi, formulando giudizi sulla loro affidabilità, tra le altre cose. Anche se lo studio di Willis e Todorov è stato notevole per aver dimostrato la rapidità con cui si formano queste valutazioni, altri studi confermano quanto velocemente costruiamo le nostre impressioni iniziali. Uno ha dimostrato che bastano meno di 30 secondi per valutare il linguaggio del corpo di una persona e farsi un’idea di come si comporterà con noi, mentre un altro ha rilevato che sono sufficienti appena 20 secondi per valutare l’affidabilità di un perfetto sconosciuto.

Che si tratti di millisecondi o di mezzo minuto, formuliamo giudizi rapidi sull’affidabilità altrui… e spesso ci sbagliamo.

Le nostre impressioni iniziali sono spesso offuscate dai nostri bias mentali e da un’errata interpretazione dei segnali fisici e comportamentali che riceviamo. Mi piace chiamare queste distorsioni “trappole della fiducia”.

Una trappola comune è il bias di affinità. Abbiamo una predisposizione a guardare con favore chi condivide con noi caratteristiche, esperienze, interessi o credenze. Senza nemmeno rendercene conto, potremmo riporre più fiducia in una persona che ha frequentato la nostra stessa università, è cresciuta nel nostro stesso quartiere o condivide la nostra fede religiosa. Eppure, nessuno di questi elementi può realmente dirci se una persona è affidabile, senza un’esplorazione più approfondita.

Un’altra trappola frequente è il bias di conferma. Si tratta di un pregiudizio inconscio che ci porta a cercare conferme delle convinzioni che già possediamo, vedendo ciò che vogliamo vedere. Se la tua esperienza ti ha insegnato che la maggior parte delle persone non è affidabile, cercherai (consciamente o inconsciamente) segnali che confermino la tua idea. Se invece hai imparato a fidarti degli altri, tenderai a vedere solo le prove della loro affidabilità. In entrambi i casi, la tua esperienza pregressa non ha alcun legame con l’affidabilità della persona che hai appena conosciuto.

Anche le norme culturali possono trarci in inganno. Per esempio, nella cultura occidentale il contatto visivo diretto e una stretta di mano decisa sono interpretati come segnali di affidabilità. Ma nelle culture orientali, sono più comuni una stretta di mano delicata e uno sguardo indiretto. Se usiamo soltanto il nostro schema culturale per interpretare il comportamento altrui, rischiamo errori che danneggiano o limitano la qualità delle relazioni.

Forse una delle trappole più comuni è scambiare la fiducia in sé con la competenza. Chi appare sicuro e assertivo viene spesso percepito come competente e affidabile, ma chiunque può “vendere bene” la propria immagine senza avere basi reali. La fiducia in sé è “sentirsi capaci”. La competenza è essere capaci. Dovremmo imparare a riporre la nostra fiducia in chi è realmente capace, non solo in chi si sente tale.

Queste sono solo alcune delle trappole che compromettono la nostra capacità di valutare con precisione l’affidabilità altrui. Altri fattori che influenzano il nostro giudizio possono essere lo status sociale della persona, le emozioni che proviamo o quelle espresse da chi ci sta di fronte, e la nostra intelligenza emotiva.

La verità è che le nostre impressioni iniziali possono portarci solo fino a un certo punto. E spesso non sono attendibili.

Per capire se possiamo fidarci di una persona, dobbiamo osservare i suoi comportamenti. Il miglior indicatore dell’affidabilità futura è l’affidabilità passata. E se non sai da dove iniziare, prova a porti queste quattro domande:

  1. Qual è la mia esperienza con il fidarmi degli altri?
  2. Le mie prime impressioni si sono rivelate corrette?
  3. Mi hanno mai messo nei guai?
  4. Come posso migliorare la mia capacità di valutare l’affidabilità altrui?

 

Clicca qui per leggere l’articolo di Randy Conley in lingua originale su Leading With Trust

**Il presente articolo è stato tradotto integralmente da un consulente PRIMATE.