*L’immagine è “Prima Che Si Apra Il Paracadute” di Tullio Crali, 1939

 

Nel caos crescente del mondo del lavoro, ci sono tre abilità di leadership che non si possono più rimandare. Secondo Melissa Swift, autrice dell’articolo pubblicato dalla MIT Sloan Management Review, non siamo poi così lontani dai primi anni della Rivoluzione Industriale, quando i pavimenti delle fabbriche prendevano fuoco per un nulla. Oggi, il fuoco è emotivo e organizzativo, e i leader si trovano a camminare ogni giorno su “segatura virtuale”, aspettando la scintilla. Per affrontare questa complessità serve una cassetta degli attrezzi essenziale, fatta di tre strumenti: equità, curiosità e senso dell’umorismo.

 

  1. La base: l’equità

Oggi, le persone sono stanche, polarizzate, disilluse. Il coinvolgimento è in calo, il malcontento aumenta e il 70% delle persone è insoddisfatto della propria retribuzione. In questo clima, l’unico “antidoto” che i leader possono usare è l’equità interpersonale: non solo quella richiesta per legge, ma quella che si manifesta nei comportamenti quotidiani. La vera equità si misura in domande come: Valuti le informazioni per il loro contenuto o per chi le ha dette? Parli e ascolti in modo bilanciato durante le riunioni? Qualcuno ti ha mai accusato di avere favoritismi – e aveva forse ragione?

La ricerca mostra che l’equità è un potente protettore dal burnout: quando una persona si sente trattata in modo giusto, anche in ambienti complessi, resiste meglio allo stress. Al contrario, la percezione di ingiustizia accelera il logoramento.

Per sviluppare questa competenza, Swift consiglia di esplorare tre dimensioni della giustizia organizzativa:

  • Relationship justice (giustizia relazionale): trattare le persone con rispetto, etica e professionalità.
  • Task justice (giustizia delle attività): rispettare gli impegni, prendere decisioni in modo coerente e comunicarle con trasparenza.
  • Distributive justice (giustizia distributiva): riconoscere concretamente l’impegno con risultati e opportunità proporzionate.

Anche le piccole azioni contano: hai ringraziato abbastanza in quell’email? Hai dato le stesse occasioni a chi ha performato bene? Le strutture decisionali (anche semplici euristiche) aiutano il cervello a restare equo.

 

  1. Il moltiplicatore di crescita: la curiosità

Chi si sente bloccato in un ruolo percepito come “solido ma senza potenziale”, può trovare nella curiosità la leva per reinventare il proprio percorso. La curiosità permette di aggirare l’inazione organizzativa: non serve aspettare il “progetto ideale” per mettersi alla prova, basta cambiare le domande che si pongono.

I leader curiosi generano conversazioni diverse, individuano opportunità, si distinguono. Ma come si costruisce la curiosità da adulti? Secondo la ricerca psicologica, la curiosità nasce da un “gap di conoscenza”: quando sappiamo abbastanza su un tema da capirne il valore, ma non tutto, il cervello cerca di colmare i vuoti.

Il problema? Nelle organizzazioni si tende a nascondere le lacune per non perdere credibilità. Ecco allora il suggerimento di Swift: rinuncia al bisogno di apparire onnisciente. Chiediti: cosa so a sufficienza da voler sapere di più? Quali buchi informativi mi intrigano?

Non serve fare un outing pubblico. Basta esplorare quei gap in autonomia, anche fuori dall’azienda, e trasformare la curiosità in un’abitudine. L’esercizio continuo a “riempire gli spazi bianchi” rafforza il muscolo dell’apprendimento.

 

  1. Il salvagente: il senso dell’umorismo

Mettiamo che tu sia riuscito a essere equo e curioso. Resta un’ultima competenza per affrontare l’imprevedibilità e l’assurdità crescente del lavoro: il senso dell’umorismo.

Attenzione: non significa che i leader debbano essere comici. La caricatura del “capo simpatico” stile The Office è una trappola. Piuttosto, il vero umorismo utile è la capacità di non prendersi troppo sul serio, né come individui né rispetto alle situazioni. È la valvola di sicurezza che protegge dal cortocircuito emotivo.

Nel momento in cui si allenta la pressione, molte situazioni si risolvono meglio. Dare a sé stessi e agli altri il permesso di trovare il lato buffo delle cose, anche solo per un attimo, può sbloccare l’energia per affrontarle.

In un contesto lavorativo saturo di tensioni, scegliere la commedia anziché la tragedia è un atto di leadership.

 

In sintesi:

  • Equità: la base per costruire fiducia e proteggere dallo stress.
  • Curiosità: la leva per superare l’immobilismo e generare opportunità.
  • Senso dell’umorismo: il salvagente emotivo per navigare l’assurdità del presente.

Sono tre abilità profondamente umane, e per questo complesse. Ma oggi più che mai, non sono negoziabili.

 

Clicca qui per leggere l’articolo completo di Melissa Swift sulla MIT Sloan Management Review

**La presente sintesi è stata realizzata con l’IA e rivista dai consulenti PRIMATE.
***A lungo abbiamo adottato un linguaggio inclusivo, usando anche la vocale schwa (ə). Diversi lettori ci hanno però segnalato che questo rendeva gli articoli meno scorrevoli, perciò abbiamo scelto di tornare a una forma al maschile per favorire la lettura. PRIMATE resta profondamente sensibile ai temi di Diversity, Equity & Inclusion e continuerà a promuovere una cultura organizzativa rispettosa e inclusiva, in ogni sua forma.