SEGRETA > C’è ancora posto per l’essere umano nel futuro del lavoro?

La crescita di automazione, intelligenza artificiale e altre tecnologie all’interno delle nostre vite e del business, fa temere che il ruolo degli esseri umani nell’economia si ridurrà drasticamente, spazzando via milioni di posti di lavoro. 

La verità è molto più complessa: infatti, sebbene queste tecnologie eliminino alcuni posti di lavoro, allo stesso tempo ne creeranno molti altri.

In generale, i computer funzionano bene in compiti che gli esseri umani trovano difficili o che richiedono molto tempo per essere svolti, ma tendono a funzionare in modo meno efficace nelle altre situazioni. Sebbene le nuove tecnologie elimineranno alcune occupazioni, in molte aree miglioreranno la qualità del lavoro svolto dagli esseri umani consentendo loro di concentrarsi su compiti più strategici e che creano valore.

I Paesi devono intraprendere azioni deliberate per costruire una forza lavoro pronta per il futuro. I governi e i leader aziendali devono comprendere le specifiche sfide demografiche che devono affrontare, dove l’automazione avrà il suo impatto maggiore, e capire come assicurare un lavoro alle persone. Devono garantire che i lavoratori continuino ad imparare nel tempo man mano che la domanda di nuove competenze diverse evolve. In breve, i Paesi devono creare una forza lavoro adattiva. 

Naturalmente, sebbene gli esseri umani potrebbero non essere più necessari per alcune attività di routine e amministrative, saranno comunque essenziali per aiutare a sviluppare l’automazione: allo stesso tempo la tecnologia creerà così nuovi posti di lavoro. Infatti, la richiesta di sviluppatori software, analisti dei dati, tester di sicurezza informatica e altri specialisti digitali aumenta in tutti i settori. Potrebbe essere necessario ridistribuire, migliorare o riqualificare le persone e forse anche ridefinire un determinato lavoro stesso. Negli Stati Uniti, ad esempio, per ogni sei lavori che vengono automatizzati o potenziati dalle nuove tecnologie, è necessario un lavoro aggiuntivo per realizzare e monitorarle. 

Dall’altra parte, le abilità umane fondamentali, come empatia, immaginazione, creatività e intelligenza emotiva, che non possono essere replicate dalla tecnologia, diventeranno più preziose. L’offerta di talenti per le professioni che richiedono queste capacità, come operatori sanitari, insegnanti e consulenti, è attualmente limitata e la pandemia di COVID-19 ha sottolineato l’importanza di queste occupazioni nel garantire il benessere della società.

Le aziende, per garantire che gli squilibri di lavoro attuali e futuri non abbiano un impatto sulla loro stabilità finanziaria e capacità di competere, devono intraprendere le seguenti azioni:

  1. Fare una pianificazione strategica della forza lavoro. Come a livello nazionale, un’azienda dovrebbe valutare regolarmente l’attuale dimensione, composizione e sviluppo della sua forza lavoro. Dovrebbe poi valutare la domanda futura sulla base della direzione strategica e individuare le lacune presenti in determinati lavori. Una volta individuate devono progettare delle misure adeguate a riempire tali mancanze. 
  2. Potenziare e riqualificare la forza lavoro esistente. Dati i rapidi cambiamenti nei requisiti di competenze e il numero di compiti e ruoli completamente nuovi che stanno emergendo, il mercato del lavoro non sarà in grado di fornire nuovi talenti sufficienti per ricoprire le posizioni disponibili. Le aziende devono quindi integrare le assunzioni esterne con iniziative di sviluppo interno e formazione sul posto di lavoro.
  3. Creare una cultura dell’apprendimento permanente e costante. L’economia digitale richiederà un incessante aggiornamento delle competenze, fornito in una varietà di format e canali, in modo da integrarlo nella routine quotidiana di ogni dipendente, garantendo una forza lavoro agile. L’apprendimento continuo dovrà investire non solo nelle competenze digitali ma anche nelle meta-competenze, che saranno utili indipendentemente dai cambiamenti del mercato.
  4. Ripensare le strategie di reclutamento e fidelizzazione dei talenti. Poiché alcune delle competenze necessarie in futuro (come la codifica di linguaggi informatici) molto probabilmente saranno autodidatte o arriveranno senza una certificazione ufficiale, le risorse umane dovranno considerare i criteri del candidato con una mente più aperta. Le aziende dovranno anche trovare nuovi modi per trattenere i propri dipendenti e dotarli delle competenze che consentiranno loro di rimanere rilevanti nel contesto in evoluzione in cui l’impresa opera.

Per assicurarsi di essere preparate per i lavori del futuro, a loro volta le persone dovranno assumersi maggiori responsabilità per il proprio sviluppo professionale, sia attraverso il miglioramento delle competenze che la riqualificazione. 

Con lo sviluppo e l’innovazione tecnologica diventeranno sempre più necessari frequenti cambi di carriera e spostamenti laterali in posizioni lavorative simili. Pertanto, i lavoratori dovrebbero rimanere flessibili durante tutta la loro carriera, cercando posizioni in cui le loro competenze possono essere applicate con successo e aggiornando le loro competenze in base a dove i loro interessi corrispondono alle esigenze del mercato.

Leggi l’articolo completo di Rainer StrackMiguel CarrascoPhilipp Kolo, Nicholas Nouri, Michael Priddis e Richard George su www.bcg.com