Durante il suo speech al Fintech 2020, Otti Vogt, COO di ING Bank, si è posto la seguente domanda: “come possiamo svolgere il nostro lavoro quotidiano e allo stesso tempo creare un futuro sostenibile per la nostra azienda, per il nostro settore e per la società in generale?”. Vogt ha incontrato molti colleghi desiderosi di diventare più Agili o Teal, e ha notato come queste persone volessero intraprendere un simile percorso senza interrogarsi davvero sul perché. La società occidentale ha creato una narrativa materialistica e individualistica nella quale la crescita personale e la produttività sono diventate fine a se stesse. Quali sono quindi le motivazioni che ci spingono a crescere e a migliorare? Molte persone desiderano compiere questi passi, ma non sanno come fare. Secondo Vogt, il cambiamento avviene lentamente, e bisogna abbandonare l’illusione di poter predire e pianificare il lavoro nel dettaglio. Le aziende che usciranno vincenti da questo 2020 saranno quelle che riusciranno a competere in termini di apprendimento: è necessario passare da un paradigma di efficienza scalabile a una nuova dimensione di apprendimento e sviluppo scalabile, da competizione a vantaggio adattativo, e da sistemi a ecosistemi senza confini. Il nostro mondo è troppo complesso per essere controllato con la burocrazia, e le organizzazioni del futuro devono dimostrarsi capaci di creare un ambiente in cui le persone possono e vogliono fare la differenza. 

Secondo Vogt, per permettere alle organizzazioni di apprendere in maniera scalabile e di auto-organizzarsi bisogna avere il coraggio di rimodellare il lavoro, adattare i team ai diversi contesti e con dinamicità, e soprattutto bisogna rivedere la distribuzione delle informazioni, delle conoscenze del potere e dell’autonomia. Nei sistemi attuali, infatti, spesso le informazioni vengono distorte o nascoste, e l’autorità non viene decentralizzata. L’apprendimento organizzativo richiede invece un certo grado di ordine e di libertà e l’aggiornamento dei sistemi e delle pratiche delle funzioni HR e Finance. Solo in questo modo le organizzazioni possono diventare laboratori di idee, capaci di esplorare e sperimentare durante le azioni quotidiane, a livello di teams e di comunità. Come si può liberare il potenziale creativo delle persone? Secondo Vogt, bisogna imparare a incoraggiare le unicità dei collaboratori e assicurarsi che l’organizzazione risponda ai loro bisogni, quali il senso di orientamento, di appartenenza, di autonomia, di autostima. Questo non accadrà in automatico: è necessario aiutare le persone a riconoscere i propri bias e a considerare l’organizzazione come un sistema di sviluppo, come un essere vivente che comprende diversi gradi di autorità e che lascia alle persone la libertà di sperimentare. La maturità di un’organizzazione, però, non può trascendere dalla consapevolezza della sua leadership. In un mondo di auto-organizzazione, non c’è più spazio per quei capi che guidano le aziende grazie al potere posizionale. 

I leader agili, infatti, si concentrano sul perché, non sul come. I leader di oggi, continua Vogt, devono diventare esperti nel costruire, percepire, prendersi cura e influenzare il sistema organizzativo. Un simile paradigma integra l’intelligenza emotiva e spirituale. Il progresso passa attraverso lo sviluppo verticale e sfida i leader ad affrontare le proprie emozioni per abbandonare modelli mentali più restrittivi. I leader devono capire cosa hanno davvero a cuore, e devono percepire il modo in cui tutto è profondamente interconnesso: solo lasciando andare l’autorità si potrà dare spazio all’autentico potenziale di ogni persona presente in azienda. Una trasformazione sostenibile è resa possibile soltanto da singole trasformazioni individuali. Vogt conclude: “Tutti noi rappresentiamo il sistema. Tiriamoci su le maniche e diamo vita ad una Quinta Rivoluzione. Non siamo leader perché comandiamo, siamo leader perché abbiamo a cuore tutto questo”.

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