Spesso la frenesia che pervade le organizzazioni è legata alla cultura della falsa urgenza, che ci spinge a dare priorità ad attività poco significative. Questa tendenza è stata amplificata dalla pandemia, che ha determinato un aumento della connettività e ha innalzato le aspettative sulla rapidità delle risposte. In molti casi sono i e le leader stessǝ a incoraggiare questa cultura, danneggiando le prestazioni della squadra e la propria salute mentale

Ecco alcuni suggerimenti per cambiare rotta:

  1. Riconoscere i segnali
    Se, per esempio, la nostra squadra è in uno stato cronico di sopraffazione e reattività, si trova costantemente a lavorare la sera e nel fine settimana o non è in grado di definire bene le priorità, probabilmente stiamo coltivando senza volerlo una cultura della falsa urgenza.
  2. Individuare la fonte
    Spesso alla base della falsa urgenza c’è l’ansia, che può essere dovuta alla paura di non soddisfare le aspettative di capi, colleghǝ e clientela o di perdere occasioni importanti per il business. Chiediamoci cosa scatena la nostra percezione di urgenza e proviamo a riformulare le convinzioni che ci tengono ancoratǝ a comportamenti controproducenti; per esempio, passiamo da “se dico di no a una richiesta sembrerò poco coinvoltǝ/competente” a “mettere in discussione rispettosamente le priorità è un segnale di impegno”.
  3. Definire spietatamente le priorità
    La ricerca ci dice che tendiamo a svolgere prima le attività che hanno una scadenza imminente, anche se non sono le più rilevanti; inoltre, ragioniamo per addizione più che per sottrazione, aumentando il carico di lavoro invece di alleggerirlo, e il bias dei costi irrecuperabili ci spinge a perseverare in progetti su cui abbiamo già investito molto anche se non si stanno rivelando efficaci. Per evitare queste “trappole”, è importante creare una distanza psicologica tra noi e le situazioni lavorative che affrontiamo, per esempio chiedendoci cosa diremmo a un amico che si trovasse al nostro posto. È utile anche creare dei promemoria che ci segnalino l’importanza del fare meno e imparare a valutare non solo i costi dell’abbandono di un progetto poco produttivo, ma anche quelli del suo mantenimento.
  4. Usare la “procrastinazione strategica”
    Per quanto sembri controintuitivo, nel mondo in cui viviamo oggi iniziare un’attività e concluderla solo quando si arriva in prossimità della sua scadenza è un buon modo per non farsi cogliere dalla falsa urgenza e lasciare spazio a innovazione e creatività.

  5. Controllare le richieste esterne
    Come leader, abbiamo anche la responsabilità di proteggere il team dalle false urgenze derivanti dall’esterno. Prima di accettare le richieste, valutiamo costi, benefici e priorità e cerchiamo dei compromessi: questo tipo di pensiero strategico fa parte del nostro lavoro di leadership. Offriamo anche a collaboratori e collaboratrici delle linee guida per gestire al meglio le richieste esterne.

  6. Creare una cultura dell’urgenza reale
    Definiamo criteri specifici per decidere cosa è davvero urgente, facciamo revisioni periodiche per rivalutarli e per rilevare casi di falsa urgenza, e chiariamo le aspettative sui tempi di risposta; per esempio, potremmo stabilire che il tempo di risposta a una mail è di 24 o 48 ore, a meno che non sia contrassegnata come urgente. Inoltre, è fondamentale creare un ambiente psicologicamente sicuro, che permetta alle persone di sentirsi a proprio agio nel mettere in discussione priorità e scadenze.

Leggi l’articolo di Dina Denham Smith su hbr.org