Mentre si sviluppano strategie per affrontare il post pandemia, sorge spesso una domanda: un’azienda può mantenere e coltivare la sua cultura se le sue persone lavorano a distanza?
Molti manager pensano che ci sia magia e creatività solo nella relazione di vicinanza e che i nuovi modi di lavorare possano danneggiare o addirittura distruggere la cultura aziendale, ma l’esperienza di alcune aziende che da tempo hanno superato la logica dell’ufficio racconta una storia diversa.
Ecco alcuni esempi di come sia possibile mantenere una solida cultura aziendale anche lavorando solo a distanza.
Buffer
È una start up di software che impiega 84 persone in 27 paesi. Permette al proprio personale di accedere online a tutte le informazioni di cui ha bisogno, dagli appunti sulle riunioni ai risultati finanziari dell’azienda. Per promuovere l’interazione sociale mette a disposizione un budget per lavorare in spazi di co-working e organizza chiamate settimanali tra colleghi interfunzionali tramite l’applicativo Donut di Slack.
GitLab
Piattaforma di sviluppo software con 1.700 dipendenti in 65 paesi, offre ai lavoratori una sovvenzione economica trimestrale da usare per stare insieme ai colleghi (c’è chi l’ha usata per partecipare al matrimonio di un collega). Ha anche predisposto un manuale di 2.000 pagine per rispondere alle domande dei lavoratori sui temi più disparati, per promuovere la trasparenza e la condivisione.
Zapier
Opera nel campo dell’automazione e impiega più di 700 persone in 41 paesi. I lavoratori hanno a disposizione canali Slack per parlare di hobby e tempo libero e l’azienda porta tutto il personale in ritiro due volte l’anno.
Automattic
Nota per il sistema di gestione dei contenuti WordPress, lavora solo da remoto da oltre dieci anni. I colleghi vengono invitati a lavorare insieme sulla base delle passioni comuni e le riunioni di solito cominciano con una domanda che non riguardano il lavoro.
Quali sono i segreti di queste organizzazioni? Nessun trucco, per far funzionare l’azienda e mantenere viva la cultura anche a distanza serve molto lavoro e un cambio di prospettiva. Infatti, non si può pensare che online funzionino gli stessi strumenti che andavano bene in presenza. Alcuni consigli:
- Concentrarsi sui risultati attesi e garantire autonomia nel raggiungerli: è importante stabilire (e ribadire più volte) gli obiettivi e poi verificarli. Come farlo e con quale organizzazione del tempo deve essere tema di responsabilità individuale.
- Articolare chiaramente tutti i processi e dotare l’azienda degli strumenti necessari, fornendo guide scritte
- Sviluppare sistemi di supporto dei dipendenti, anche sfruttando la tecnologia.
La presenza non è garanzia di una cultura positiva, ciò che conta è il modo in cui l’azienda fa sentire i suoi collaboratori, li supporta e si fida di loro per raggiungere i propri obiettivi.
Per conoscere meglio le esperienze di queste aziende, dei loro manager e di tutti i collaboratori, leggi l’articolo completo di Danielle Abrile su washingtonpost.com