Fin da bambinǝ, siamo abituatǝ a evitare l’errore: i nostri successi vengono celebrati e premiati, mentre i nostri fallimenti sono causa di rimproveri e vergogna. Eppure, le esperienze di vincitori e vincitrici del Nobel, grandi atletǝ e persone che hanno portato innovazione dei campi più disparati ci mostrano che il fallimento è fondamentale per raggiungere grandi risultati.

Come fare a superare la paura dell’errore e accettare l’eventualità del fallimento? Innanzitutto, comprendendo che esistono fallimenti che possono essere prevenuti ed evitati e altri che possono essere definiti “intelligenti”, perché rappresentano occasioni di crescita e apprendimento. Secondo una ricerca condotta dalla docente di Harvard Amy Edmondson su numerose organizzazioni di settori diversi, un fallimento può essere definito “intelligente” quando: avviene in un’area nuova e poco conosciuta; si verifica nel tentativo di perseguire un obiettivo; è determinato da un’ipotesi che deve essere verificata; la sua portata è ridotta.

I fallimenti intelligenti sono impossibili da prevenire ed evitare, perché riguardano questioni e campi inesplorati, in cui nessuno può conoscere gli esiti di una determinata azione se non sperimentandola. Quando esistono già esperienze e linee guida, quindi, è giusto usarle. Quando si agisce in un ambito ancora ignoto, invece, la sperimentazione – che porta con sé il rischio del fallimento – è l’unico modo per ampliare la conoscenza. 

L’evitamento del rischio, paradossalmente, comporta un rischio ancora più grande: l’immobilismo. Chi non fallisce mai, probabilmente si sta muovendo solo in territori conosciuti e non sta investendo sull’innovazione; questo vale sia per gli individui sia per le organizzazioni. 

Per incoraggiarci a rischiare ed a fallire in modo intelligente, possiamo prendere esempio da “professionitǝ del fallimento” che, nella storia, hanno saputo correre rischi e ottenere grandi risultati. Un esempio è Sara Blakely, fondatrice della società di abbigliamento Spanx, che ha incontrato una serie di battute d’arresto importanti nel corso della sua carriera, ma che, anche grazie a queste esperienze, è diventata una delle più giovani imprenditrici miliardarie degli Stati Uniti. Oppure pensiamo a Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, che affrontò una serie di clamorosi errori e problemi tecnici e commerciali prima di arrivare a fondare Veuve Clicquot, una delle aziende più importanti del settore vinicolo, che ha rivoluzionato la produzione dello champagne.

Ci potrebbero essere molti altri esempi, che abbracciano i settori più disparati, ma queste figure hanno alcune caratteristiche comuni: non smettono mai di sperimentare, si fanno guidare dalla curiosità e hanno imparato ad abbracciare il fallimento.

Una volta capita la differenza tra fallimenti evitabili e fallimenti intelligenti, ci risulterà più facile correre i rischi giusti e utili per raggiungere i nostri obiettivi.

Leggi l’articolo di Amy Edmondson su corporate-rebels.com:
https://www.corporate-rebels.com/blog/right-kind-of-wrong-intelligent-failure