Circa l’80% di coloro che stilano una lista di buoni propositi per l’anno nuovo prova una sensazione di fallimento dopo i primi mesi. La ragione è che la maggior parte delle persone, quando si tratta di cambiare un proprio comportamento, trascura il ruolo centrale del Sistema Nervoso Autonomo (SNA). 

Senza che ne siamo consapevoli, attraverso un processo chiamato neurocezione, il nostro cervello e il nostro Sistema Nervoso Autonomo sono costantemente alla ricerca di segnali di minaccia/pericolo o di segnali di sicurezza. Quando prevalgono i primi, il SNA entra in una modalità di protezione e fa scattare i meccanismi che nell’antichità ci permettevano di fuggire o lottare di fronte a un predatore, mentre oggi ci fanno sperimentare stress, ansia, frustrazione, paura e rabbia. In altri casi, se la minaccia sembra non affrontabile e opprimente, scatta il freezing, che in passato implicava il fingersi morti, mentre nella contemporaneità si traduce in procrastinazione, evitamento e sensazione di essere bloccatǝ o perennemente stanchǝ.

Quando, invece, raccogliamo più segnali di sicurezza rispetto a quelli di minaccia, il nostro Sistema Nervoso Autonomo attiva il sistema di ingaggio sociale, che ci permette di entrare in connessione con le altre persone, affrontare le sfide, avvicinarci ai nostri obiettivi, pensare in modo creativo e attingere a una serie di risorse interiori come fiducia, calma, coraggio e autocompassione. 

Come possiamo sfruttare questa consapevolezza per metterci nelle condizioni migliori per raggiungere i nostri obiettivi?

  1. Abbassare la nostra risposta allo stress e metterci nelle condizioni di dire “sì!”
    Stabiliamo degli obiettivi che ci sembrino sufficientemente sicuri da permettere al nostro SNA di dire “sì!”. Propositi focalizzati su ciò che non vogliamo – ad esempio: “smettere di sgridare i miei figli” o “liberarmi del disordine in casa” – possono essere letti come forme di minaccia dal nostro SNA, spingendolo a dire “no”. Al contrario, obiettivi come “voglio creare un ambiente amorevole in cui i miei figli possano imparare dai loro errori” oppure “voglio una casa pulita e ordinata in cui posso prosperare” generano una risposta positiva.
  2. Preparare un piano d’azione specifico
    Spesso, quando fissiamo degli obiettivi, lo facciamo in modo vago o scoraggiante. Per esempio, diciamo “voglio mangiare più sano” (vago) oppure “voglio mettere in ordine casa” (scoraggiante). Questo tipo di obiettivi, inoltre, lascia molto spazio al caso o alla speranza. È invece più utile suddividere ogni obiettivo in piccoli passi che sembrino più sicuri e gestibili e stabilire un piano d’azione chiaro, che non lasci nulla al caso, dal momento che al nostro SNA piace ciò che è lineare e prevedibile. 
  3. Preparare un piano per affrontare gli ostacoli
    Anche se nella vita le cose non avvengono quasi mai senza intoppi, tendiamo comunque ad aspettarci che sia così e a provare una sensazione di fallimento quando ci imbattiamo in un ostacolo. Questo è un grande segnale di allarme per il nostro sistema nervoso e può portarci a smarrire la strada e ad arrenderci. Per evitarlo, dobbiamo in primo luogo cambiare la nostra mentalità e iniziare a mettere in conto che lungo il percorso ci saranno degli ostacoli. In secondo luogo, possiamo coltivare un dialogo interiore incoraggiante e basato sull’autocompassione: parliamo a noi stessǝ come faremmo con qualcuno a cui teniamo che si dovesse trovare nella nostra situazione. Poi, includiamo nella nostra pianificazione una certa quantità di sensazioni negative e facciamo loro spazio invece di cercare di annullarle: sono il segnale che il SNA sta cercando di proteggerci. Infine, elaboriamo un piano per affrontare gli ostacoli che si presenteranno.

Quando iniziamo a tenere conto del ruolo del Sistema Nervoso Autonomo, possiamo porre le basi per realizzare davvero i nostri sogni e obiettivi.

Leggi l’articolo di Beth Kurland su greatergood.berkeley.edu